Molti credono che il terzo occhio sia una roba mistica e impalpabile, mentre
1) in una certa misura, puoi localizzare anche fisicamente, nella ghiandola pituitaria e nel corpo calloso – entrambi ponti di dialogo e congiunzione tra emisfero destro ed emisfero sinistro del cervello;
2) corrisponde a delle funzioni ben precise di noi esseri umani, quali ad esempio l’intuito, la capacità di visione, quella di sintesi, e anche altre.
Terzo occhio: Emisferi, maschile e femminile, cultura
Più una cultura tende alla separazione tra uomini e donne più, a livello psico-fisico ed energetico, i due emisferi (convenzionalmente detti maschile e femminile) saranno portati ad altrettanta separazione.
È possibile che entrambi si sviluppino in modo soddisfacente ma per conto proprio, senza entrare in relazione l’uno con l’altro.
Questo, inoltre, implica che nessuno dei due si potrà sviluppare appieno, sbocciando in tutto il suo potenziale, proprio perché l’evoluzione massima e completa si può raggiungere solo ed esclusivamente nel passaggio di informazioni da una direzione all’altra e viceversa, e nell’integrazione tra le due modalità e sfere d’azione.
La cultura italiana si trova a metà strada tra quella europea e quella mediterranea (Maghreb, Spagna, Balcani e Grecia): molti traguardi sono stati raggiunti, in termini di dialogo e integrazione tra uomini e donne, su molti altri c’à ancora ampio margine di miglioramento, su altri ancora (come la sfera sessuale) la strada è più che altro in salita.
Un esercizio per allenare il terzo occhio
È più un esercizio di coaching che di yoga, però lo stile è molto yoga, su questo non ci piove.
Ci sono due fasi
- Nella prima fase, per un periodo, ogni volta che devi prendere una decisione, prendi carta e penna e fai due colonne; in una ci scrivi cosa ti suggerisce di fare il tuo lato più analitico e razionale, quello che funziona in base alla logica e ai ragionamenti, e nell’altra ci scrivi cosa ti consiglia di scegliere il tuo lato più immaginativo e creativo, quello che elabora le informazioni in base all’intuito e a una visione.
Vedrai che, nel farlo, scoprirai che uno dei due emisferi è più sviluppato dell’altro – ti funziona meglio, trova soluzioni più rapidamente: è normale, o meglio è molto comune, è per questo che l’esercizio è utile.
Puoi andare avanti con questa fase per 7, 28 o 40 giorni, come preferisci. - Nella seconda fase, invece, mentre sei in giro, in mezzo alla gente, per strada a camminare, a una riunione o in qualsiasi altra situazione in cui non sia un rischio farlo, porti l’attenzione sul tuo terzo occhio (al centro della fronte o un po’ più in basso, tra le sopracciglia, cambia da persona a persona); ti ci concentri e immagini un raggio di luce che lo attraversa, proiettandosi verso la stessa direzione in cui orienti il tuo sguardo.
Mantieni la visualizzazione, che può anche essere una vera e propria sensazione fisica, o un semplice intento; la mantieni per 2/3 minuti, e poi ti rilassi.
Puoi giocherellare in questo modo tutto il tempo che vuoi.
Questi due esercizi traggono ispirazione dallo yoga; li ho inventati io e li ho usati per un lungo periodo su di me, prima di proporli.
Entrambi funzionano, servono per allenare il terzo occhio proprio come si allena un muscolo, e danno risultati concreti nella vita quotidiana, soprattutto nella capacità decisionale, nel problem solving e nelle relazioni con l’altro sesso, in generale.
Hai voglia di provarli? Per qualsiasi dubbio od emozione che vuoi condividere, io sono qui 🙂
Ti aspetto 🙂